Mi voglio prendere del tempo per farti capire l’impatto che le domande hanno su ognuno di noi, sulla nostra quotidianità e sulle nostre relazioni.

A prescindere dalle risposte, ti parlo proprio del potere delle domande.

Che cosa genera una domanda dentro di te?

Proprio quello che sta facendo ora…

La ricerca di una risposta!

Quella ricerca è il punto cruciale.

Il cervello, che magari in quel momento è preso dai suoi mille pensieri o da qualche viaggio interplanetario e interdimensionale, all’improvviso si butta a capofitto su quell’attività.

Il suo focus, per un tempo più o meno lungo (ma che in questo momento non ci interessa definire) sarà completamente sulla ricerca della risposta.

E quella ricerca, con la relativa attivazione di sinapsi e memorie, di immagini reali o di costruzioni immaginarie, è il vero punto di partenza della nostra crescita, della nostra capacità di imparare, della nostra abilità di trovare soluzioni nuove e di aprirci a diversi punti di vista.

Chiaro fino qui?

Perfetto.

Ma le domande sono tutte uguali?

Mi verrebbe da dirti di sì, perché per quanto esistano domande che potremmo definire “di m***a, una persona ben allenata può sempre sfruttarle a suo vantaggio o comunque uscirne pulito e a testa alta.

Ma il mio articolo di oggi si chiama “le domande giuste”, quindi è chiaro che la mia intenzione è quella di parlarti di quelle domande che, se usate con costanza, possono svoltare l’esito delle tue giornate e delle tue azioni, e ancor prima dei tuoi pensieri.

Quindi quali sono queste domande?

Prima di analizzare alcuni tipi di domande e i loro possibili esiti, mi soffermo su un breve passaggio fondamentale, che prometto di approfondire in un prossimo post: qual’è il tuo stato d’animo mentre fai quella domanda? Quali sono i tuoi pensieri?

Se il tuo stato d’animo è poco funzionale, se sei ad esempio arrabbiato in un contesto in cui sarebbe utile la calma… non c’è “domanda giusta” che tenga: il risultato sarà comunque pessimo!

E ora le domande:

1) La domanda “perché”.

Il “perché” è spesso bistrattato da alcuni miei miei colleghi, o da chi si approccia a questa materia in modo più “scolastico”, a chi ne è neofita.

E invece chiedersi il perchè è fondamentale, perché comprendere il motivo di un’azione o di un pensiero, sia che provenga da noi che provenga da qualcun altro, è il primo passo per capire come muoversi; e soprattutto, apre gli orizzonti a risposte che, spesso, non ci aspetteremmo, soprattutto quando a risponderci è un’altra persona.

La cosa importante è non soffermarsi troppo sul perché, ma imparare ad usarlo come trampolino per altre domande, per altri orizzonti.

Chiaro?

2) La domanda “come”

“Come posso fare per…?” “quale modo posso inventarmi per…”

La domanda “come” è la regina delle soluzioni, perché ti focalizza sulla ricerca di risposte che risolvano i problemi, e può essere la sovrana anche dei nuovi orizzonti, se usata con costanza e con la reale finalità di andare oltre alle prime risposte.

Le prime risposte saranno sicuramente buone.

Le risposte che potrebbero arrivare insistendo un po’ di più, sono potenzialemte quelle che appartengono alla sfera del pensiero laterale, della creatività, e quindi, della crescita personale, e perché no, della tua realtà aziendale.

Mi spiego?

Benissimo.

Come pensi di usarle per indirizzare i tuoi pensieri?

Ci sono dei contesti in cui ti rendi conto che tendi a non farti domande ma a dare solo risposte?

😉

Ma come Andrea? La domanda “ci sono dei contesti in cui…” non ce l’hai speigata…!

Hai ragione.

Facciamo al prossimo articolo?

Andrea